Ai tempi del Covid-19, anche il Team Building può diventare virtuale.
Chi mi conosce lo sa: non mi trovo assolutamente d’accordo con la pretesa di sostituire il virtuale con il reale, soprattutto negli eventi.
Non sentirete mai uscire dalla mia bocca parole che vadano in questa direzione, perché sono fortemente convinta del contrario: credo che il contatto umano sia INSOSTITUIBILE con qualunque mezzo virtuale, che è e resterà sempre null’altro che un sostituto comodo alla comunicazione proficua.
In questo periodo, però, usare il virtuale è l’unica opzione possibile
Fatta questa che ritenevo una doverosa (seppur sicuramente retorica) premessa, sarebbe da sciocchi non prendere atto che per un periodo le nostre vite saranno trasformate, e con esse, anche le nostre esigenze. Mi rivolgo in particolar modo a coloro che sconoscevano un qualsivoglia tipo di smart working, e che adesso si trovano catapultati in una dimensione quantomeno disorientante. Bisogna intervenire, perché sarebbe come mettersi un velo davanti agli occhi non affermare che manca la motivazione, ma c’è anche una certa difficoltà nell’organizzazione del lavoro e nella comunicazione tra colleghi .
Il Team Building virtuale può servire a riconnettersi con la realtà lavorativa in maniera “soft”, tranquillizzando chi ne ha bisogno, aiutando chi è in difficoltà e dando i giusti strumenti per sopportare una dimensione che per molti è innaturale.
Ed è proprio arrivata a questo punto, alla luce di queste riflessioni, che mi sono convinta anch’io a voler supportare le aziende in questo senso, ma solo ed esclusivamente in questo triste periodo: non credo che ottimizzazione di tempi e spostamenti valga tanto quanto una efficace comunicazione svolta di persona, aiutata da tutti i sensi e con un linguaggio del corpo che sia percepibile chiaramente e senza errori.
Quindi se la domanda che mi venisse posta fosse: lo consiglio in generale? La mia risposta sarebbe senza dubbio no. Ma in questo momento in cui, emergono le difficoltà nel lavorare da casa, facendo aumentare il livello di stress delle persone, sentendo sempre più il peso di una modalità lavorativa non sempre conciliante, il Team Builder non può restare indifferente e questa soluzione può’ essere ideale.
Considerando anche che a questi problemi, si sperimenta la difficoltà di aver dovuto azzerare i legami sociali tra colleghi così come li abbiamo sempre vissuti, mi pare fuor di dubbio che ci sia un grande bisogno di contatto “vero”, che può essere concretamente realizzato attraverso appositi programmi di Team Building.
Nuovi significati del Team Building durante la Pandemia
Quindi, se fino a oggi siamo stati abituati a vedere il Team Building come un’opportunità per l’incentivazione, la motivazione, l’aggregazione e la formazione attraverso l’incontro, favorendo il contatto e il superamento delle barriere fisiche e psicologiche, oggi che tutto questo non è possibile praticarlo di persona, il Team Building si deve caricare di ulteriori significati oltre a questi:
- Aiutare il team a mantenere salda la sua identità aziendale ed il senso di appartenenza ad essa
- Uscire da una coatta dimensione di isolamento e mancanza di confronto con i propri colleghi (ad esempio persone che vivono in solitudine a cui manca anche il caffè alla macchinetta, ecc…)
Attraverso specifiche attività di Team Building Virtuale si può (e si deve) riuscire a sopperire alla mancanza di socializzazione, senso di appartenenza e complicità e al disagio di non riuscire a concentrarsi sul lavoro in questa nuova condizione.
Tutto ciò, con lo stesso scopo di sempre: aiutare le persone a lavorare in sintonia, a godersi meglio il proprio lavoro e a realizzare il loro potenziale, anche in questo brutto periodo storico.
Io sono qui per aiutarti a organizzare i tuoi (temporanei) Team Building Virtuali
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