La costruzione di un’organizzazione resiliente, che sia cioè capace di adeguarsi all’instabilità ambientale del mercato, richiede un sistema bilanciato di interventi, tra cui in primo piano il nutrimento nel capitale intellettuale e relazionale a disposizione dell’azienda.
Secondo un articolo istituzionale dal titolo Un inquadramento concettuale della resilienza organizzativa. Verso la formulazione di una ricetta per rendere un’organizzazione “resiliente”, svolta da Rocco Palumbo e Rosaria Manna per la rivista scientifica online Impresa Progetto – Electronic Journal of Management :
“La promozione di una cultura organizzativa fondata sull’appartenenza e sull’identità organizzativa (Caniëls & Baaten, 2018) e l’adozione di approcci di leadership orientati alla persona fanno da collante organizzativo (Grote, 2017), indispensabile per evitare che la costante ricerca della flessibilità deflagri nella disgregazione dell’azienda sul profilo strutturale, gestionale e culturale”
Lo scopo dell’organizzazione aziendale resiliente, è infatti quello non solo di essere preparata e resistere alle turbolenze del contesto esterno, per propria natura di portata incalcolabile (vedi Pandemia), ma anche e soprattutto di ispirare in proprio favore i cambiamenti ambientali.
Quali sono gli ingredienti per sfidare l’ostilità ambientale?
L’analisi dell’articolo non è riassumibile in poche righe, ma una delle conclusioni importanti alle quali si approda è che:
“Affinché i germi della resilienza possano attecchire, è opportuno che una quota significativa delle risorse a disposizione dell’azienda siano investite in attività ad alto potenziale innovativo. Ciò è necessario sia in momenti di stabilità che di ostilità ambientale. Invero, gli sforzi in innovazione garantiscono all’organizzazione lo sviluppo di competenze dinamiche, che consentono non solo di rispondere tempestivamente alle sfide lanciate dalla turbolenza del contesto esterno, ma anche di anticipare o – addirittura – di ispirare i cambiamenti ambientali”
L’articolo intero, lo trovi qui.
In che modo si collegano gli eventi aziendali con l’innovazione?
Chesbrough e Bogers hanno pubblicato una nuova definizione del modello OI (Open Innovation), che spiega come la generazione di idee per l’impresa può originare da tre flussi principali: esterno- interno, interno-interno e interno-esterno all’azienda.
Le idee provenienti dall’ambiente esterno ( i Clienti) si combinano con quelle interne allo scopo di generare, sviluppare e gestire tecnologie e prodotti, seguendo processi strutturati. Per questo, oltre che “guardare fuori” è altrettanto importante stimolare l’innovazione che proviene dall’interno, coinvolgendo e valorizzando i propri dipendenti.
Questo si può fare organizzando esperienze nuove, stimolanti, che guardano a nuovi temi e creano ispirazione in azienda.(si, nonostante il Covid!) Bisogna continuare ad AGIRE, MOTIVARE, STIMOLARE, perché è importante mantenere alta la percezione della valorizzazione umana, determinante per la crescita e il successo aziendale.
Per questo motivo abbiamo creato “Metti, una sera a cena”: il format di eventi d’ispirazione e valore per i Leader. Che aspetti?
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